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Chele

Non riusciva a fare sedute spiritiche

Le sue pinze coriacee davano fastidio ai suoi compagni di seduta che interrompevano continuamente la catena e lo guardavano storto, a volte soffiandosi sulla mano.

Il suo caro nonno granchio, con cui avrebbe voluto comunicare per scoprire come se la passava nell’aldilà marino, andava e veniva, riusciva a dire una parola e poi svaniva. E la parola era sempre Chele! Chele! Era finito in padella un mezzogiorno di settembre, dopo aver tentato la fuga dietro gli scogli, ma si era messo a correre sbagliando lato.

La zuppetta era venuta buonissima, ma lui aveva perso un nonno spassoso e il senso dell’orientamento. Avrebbe dovuto star lontano dagli umani, infatti. Ma come resistere alla familiarità di quel tavolino così bianco e rotondo? E alla tentazione di stringere sempre di più quelle mani molli e paffute per vendicarsi?

Chele è una collezione di tavolini in ferro battuto a mano, declinata in una gamma di colori glam e tante differenti dimensioni.

Il piano, tondo o trapezoidale, poggia su gambe in tondino di ferro disposte a triangolo, che danno un ulteriore  senso di dinamicità e leggerezza a tavolini dal profilo già minimale.

Designer
Antonino Sciortino

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